L’italia sta invecchiando: siamo scesi sotto i 59 milioni di abitanti e la natalità continua a calare (-31,8% rispetto al 2008). La popolazione italiana ha raggiunto la media dei 46,4 anni (nel 2021 era del 46,2) e per ogni bambino (minore di 6 anni) si registrano 5,6 anziani (nel 1971 il rapporto era di 1 : 1).
Cosa vuol dire questo esattamente? Vediamolo insieme.
Calo della popolazione italiana, dobbiamo preoccuparci?
Sì, dobbiamo preoccuparci. Non stiamo parlando di un caso isolato, ma di una vera e propria tendenza a fare sempre meno figli (393 mila nel 2022, 7mila in meno rispetto all’anno precedente). Non sembra che si stiano facendo tentativi veri per invertire la rotta.
La diminuzione della popolazione rimane contenuta grazie all’apporto degli stranieri che sono il 2,2% in più rispetto al 2021 (incidenza totale dell’8,7%). Per quanto riguarda il calo della natalità, invece, le cause sarebbero da ricondurre alla diminuzione della popolazione femminile in quella fascia di età dove tendenzialmente è più comune la maternità (15-49 anni).
Cosa cambierà nel mondo del lavoro?
Una popolazione che invecchia vuol dire avere avere meno giovani che iniziano la propria carriera professionale e quindi una diminuzione della forza lavoro. Il tasso di occupazione nella fascia tra i 55 e i 64 anni nell’Unione Europea si aggira attorno al 50%, questo perché più della metà dei lavoratori smette di lavorare prima del raggiungimento della pensione obbligatoria.
Cosa fare?
Bisogna incentivare l’occupazione giovanile, garantire un lavoro stabile, creare le condizioni ottimali per mettere su famiglia.
Non dobbiamo sottovalutare l’importanza dei giovani per il Paese. Sono motori dell’innovazione, affamati di fare carriera e di imparare nuove skill. Che tipo di mentalità possiamo aspettarci avvicinandoci ad un’età nazionale media tendente ai 50 anni?
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Fonte: Linkedin